lunedì 23 giugno 2014

Il Mei Tai ... una scoperta meravigliosa

Sono sempre stata affascinata dalle donne africane che vedevo passeggiare con i loro bambini legati dietro, molte volte dispiaciuta per entrambi quando li vedevo cuocere sotto il sole per vendere due braccialetti sulla spiaggia. Guardavo con occhi ignoranti quell'esotico modo di  legare i neonati, e non solo, come piccoli salami, incapaci di muoversi e vedere la mamma.
Poi guardavo quei rari genitori italiani che portavano a giro i loro piccoli nei marsupi tecnici "occidentali" lasciandoli penzolare, fronte strada, come l'uva dalla vite....

Il mio istinto mi diceva che spesso le soluzioni semplici sono le migliori, che gli usi antichi hanno un loro perchè e che la modernità spoglia un oggetto della sua semplicità per renderlo "tecnico" e glamour sacrificando la comodità. 

Quando doveva nascere mia nipote facendo ricerche per i pannolini lavabili mi imbattevo spesso nei negozi online  in cui offrivano marsupi e fasce da legare e mi nacque l'idea di provare a cucirne uno.

Fra i modelli che vidi uno catturò la mia attenzione per semplicità e velocità di utilizzo... il MEI TAI.
Feci un mix di vari cartamodelli trovati sul web, (uno carino e semplice lo trovate qui) e ne preparai uno ( adesso che ci penso lo feci su un lenzuolo vecchissimo e liso... accidenti che fiducia che avevo nelle mie capacità :)  non avrei sciupato nulla!!!) ma riuscì bene e così ne feci uno "serio" e per essere il primo venne anche carino!

immagini di repertorio: io e mia nipote ben 4 anni fa!!

Da allora ne ho fatti molti per parenti e amici sperimentando forme e materiali ma soltanto quando ero in dolce attesa mi sono documentata veramente su cosa significava "portare i bambini".

In gravidanza ho letto molto e al corso di yoga prenatale entrammo nell'argomento e Linda, l'insegnante, mi prestò un libro.

"Il concetto del continuum" di Jean Liedloff insegna a guardare l'infanzia in un'altro modo, a lasciare i meccanicismi moderni per accogliere il naturale..... vorrei raccontarvi come l'ho letto io e cosa ne ho dedotto, ma servirebbe molto più tempo, tempo che adesso non riesco davvero a trovare, ve lo racconterò in un'altro post!

Alla fine della lettura decisi che era arrivato il momento di cucirne uno tutto mio..... e di aspettare Alice!
Sfortunatamente appena nata non la misi nella fascia per curiosità.... ma per necessità....era una bambina che non dormiva mai, voleva attenzioni continue e la mamma vicina ( come ogni neonato).


mammina... che occhiaie...e che sguardo sveglio!!
 Stremata del sonno e con la necessità di rassettare casa decisi che quel floreale manufatto riposto nel cassetto sarebbe servito per fare la cena e aspirare il salotto.... altro che meravigliose e riposanti passeggiate baciate dal sole... sgrunt!!


Con mio grande sollievo mi resi conto che la piccoletta ci stava una meraviglia e io riuscivo a fare almeno il minimo sindacale.

(Documento lo stato catatonico.... con questa foto... ahahahah!!!)


Da allora son passati quasi 3 anni, il mei tai non ci ha mai abbandonati o delusi, Alice è cresciuta, e nonostante i suoi 14 kg ancora adesso a volte mi capita di scarrozzarla addosso a me. 

Appena la metto dentro alla sua fascia lei si sente a casa e sorride... siamo state attaccate tanto, come quando era ancora dentro di me, e quando ci succede di nuovo ce la godiamo e basta.

Io nel frattempo ho testato, provato e affinato il modello, passando dall'imbottito al velcro, dalle fasce strette alle più larghe... adesso credo di aver raggiunto un buon compromesso sia per i bimbi che per la distribuzione del peso.

Ieri abbiamo fatto le foto con le nuove fasce cucite e come si vede.... non si è rifiutata per niente :)





















martedì 3 giugno 2014

NON.TI.PERDO ( il mio piano B per i luoghi affollati)


I bambini sono come saette, per quanto tu possa stare attenta, per quanto cerchi di avere sempre la miglior visuale, e l'occhio attento, ti basta quell'attimo di stanchezza, di testa fra le nuvole che il tuo radar li perde, perdi le chiavi della macchina nella borsa stile Mary Poppins che ti ritrovi, ti impegni a cercarle entrandoci dentro fino alle caviglie... e quando ne esci non li vedi..


In un millesimo di secondo svicolano come Speedy Gonzales, si polverizzano come avessero usato il teletrasporto e tu... ti senti persa, privata di una parte di te, ti guardi attorno smarrita.... vorresti fare mille cose in un momento solo e invece per almeno un paio di interminabili secondi non riesci a fare un ben che minimo cavolo di niente.
Non sarò la miglior mamma dell'anno, ma non sono nemmeno da buttar via, ho una figlia buona, ubbidiente ma imprevedibile, come credo quasi tutti i bambini e mi è capitato di perderla di vista.... panico e tanti sensi di colpa.

Oltre a stare ancora più attenti, non è che possiamo mettergli il microchip come ai cani ( anche se a volte vedo dei dispositivi tecnologici che mi fanno rabbrividire).



Rimanendo così nella naturalezza del vivere quotidiano, senza far sentire troppo il fiato sul collo ad Alice, lasciandole la libertà e la fiducia che merita, ho studiato per lei un braccialetto identificativo, e così come con la REDINELLA DA POLSO, l'ho testato e una volta capito che poteva essere valido l'ho proposto nei miei mercatini... un successone!!!


Tanti sono i luoghi in cui può tornare utile, il centro commerciale, la spiaggia, i parchi divertimento, ma anche le gite scolastiche sempre più precoci...



Il braccialetto è in cotone, ha una chiusura a forcella praticamente impossibile da aprire con una sola mano da un bambino piccolo. 
Sopra si possono scrivere nome e numero di telefono, ma anche altre info, una possibile allergia, l'indirizzo....

 Insomma... nessun braccialetto può sostituire la vigilanza di un genitore o di chi ne fa le veci, ma sapere di avere un piano B,un paracadute come questo,  ti fa svolgere il tuo compito con il cuore un pochino più leggero.


L'estate finalmente sta arrivando... e noi siamo già pronti!